Di nuovo in presenza?

Di nuovo in presenza?

Dopo due anni di lavoro da remoto, due anni in cui ho avuto anche modo di studiare altri ambiti della comunicazione rispetto a quelli per me più consueti, finalmente sono di nuovo in aumento gli eventi “in presenza”, le conferenze e gli incontri internazionali in cui finalmente posso lavorare come interprete nello stesso luogo fisico delle persone che traduco. Apprezzo la possibilità di incontrare i miei interlocutori ancora più di prima, proprio in ragione di quella “assenza” di cui abbiamo sofferto tutti per molto tempo.

Nel 2020 e nel 2021 ho potuto approfondire la conoscenza degli strumenti di social media marketing, con un progetto di e-commerce per il mercato francese. Oltre a lavorare come traduttrice e come interprete da remoto, ho continuato la mia attività di docente di mediazione orale a Vicenza e Padova, attraversando i difficili momenti della didattica a distanza, e riscoprendo poi il piacere di conoscere dal vivo i miei studenti. Non è mancato, per fortuna, il contatto continuo con i colleghi di AITI, l’Associazione italiana traduttori e interpreti, di cui sono orgogliosa di far parte come socio ordinario. Grazie ai corsi e alle riunioni online, sono riuscita a far fronte all’isolamento uscendone in un certo modo arricchita. Qualcuno dirà che sono come Pollyanna, il personaggio di Eleanor H. Porter che seguiva la filosofia del “tanto meglio così”. Non è stato tanto meglio così, ma era necessario dare un qualche senso a un periodo tanto assurdo.

Il 12 gennaio 2020 ho festeggiato, con coloro che hanno creduto nel mio lavoro, i 15 anni di attività in Italia: un numero insolito, ma mi ero detta che non volevo aspettare di fare “conto tondo”, e quello che è successo in seguito mi ha dato ragione.

Questo è un post autocelebrativo? Certamente, ma non ci vedo nulla di male, dopo tutto quello che abbiamo passato. Autocelebratevi anche voi, perché siete ancora qui e perché credete ancora in quello che fate, nonostante tutto.

Prima di tradurre Sophie Duez al Teatro Olimpico di Vicenza (spero in una delle ultime fotografie che mi ritraggono con la mascherina)